P2/3 Routing dinamico

3.0 introduzione

3.0.1 benvenuto

3.0.1.1 capitolo 3: routing dinamico. Consiste nella possibilità di semplificare la configurazione di reti interconnesse e dinamicamente variabili.

3.0.1.2 attività di classe - quanto costa

3.1 Protocolli dinamici di routing

3.1.1 Overview dei protocolli dinamici di routing

3.1.1.1 evoluzione dei protocolli dinamici di routing. Sono apparsi alla fine degli anni “80, ma parte dei loro algoritmi era già utilizzato da ARPANET a fine anni “60.

Hanno subito evoluzione nel tempo. Ad esempio RIP, uno dei primi ad ampia diffuzione, è evoluto da ver.1 a ver.2 ed ora a ver.ng (New Generation). MA RIP non è molto efficiente se la rete cresce assumento dimensioni molto vaste.

Protocolli più avanzati sono OSPF e IS-IS. Mentre Cisco ha implementato prima IGRP e successivamente EIGRP (E significa Enhanced). Questi scalano bene anche su reti molto vaste.

D’altro canto negli anni si è presentata la necessità di gestire reti molto grandi interconnesse tra loro (internetworking). Per questo è stato sviluppato il protocollo BGP, usato nei gateway di confine degli ISP.

Inoltre si è andata via via affermando la necessità di gestire il routing di reti IPv6, oltre quelle IPv4:

Interior Gateway Protocol

Exterior Gateway Procols

Dictance Vector

link state

Path vector

IPv4

RIPv2

EIGRP

OSPFv2

IS-IS

BGP-4

IPv6

RIPng

EIGRP for IPv6

OSPFv3

IS-IS for IPv6

BGP-4

3.1.1.2 componenti di protocolli dinamici di routing. Un protocollo di routing è un insieme di processi, algoritmi e messaggi utilizzati dai router per scambiarsi informazioni riguardo i percorsi di routing e la loro efficacia. Un protocollo di routing deve:

  • scoprire reti remote;

  • aggiornare le informazioni di routing;

  • scegliere il percorso migliore verso una destinazione;

  • aggiornare il percorso migliore se il precedente non è più valido (indisponibilità).

Le principali componenti di un protocollo di routing dinamico sono:

  • strutture dati in cui mantenere le informazioni per lavorate; usualmente sono in RAM;

  • messaggi del protocollo di routing, utilizzati per scambiare informazioni sullo stato della rete tra i diversi router;

  • algoritmi, per utilizzare le informazioni ricevute e per determinare i percorsi più efficaci.

Un protocollo di routing individua il miglior percorso verso una rete (detto route o rotta). Questo percorso viene poi sottoposto al sistema di gestione della routing table. Se la routing table non ha il percorso in questione, lo aggiunge. Se invece il percorso in questione già esiste, allora si confrontano le rispettive distanze amministrative (AD), e si inserisce quello con AD inferiore.

Dopo di che il router, tramite il protocollo dinamico di routing, invia le informazioni presenti nella sua routing table agli altri router confinanti.

Se la rete tenuta sotto controllo sperimenta un cambiamento di topologia, ad esempio sparizione di un link, o creazione di un nuovo link, il router riceverà le informazioni relative senza che debba intervenire un amministratore di rete.

3.1.2 confronto tra routing statico e dinamico

3.1.2.1 usi del routing statico. Cosideriamo le ragioni per l’utilizzo del routing statico, che non è sparito a causa del routing dinamico.

  • Facilita la gestione della routing table in piccole reti che non devono crescere significativamente.

  • Il routing a/da una stub network è semplice.

  • Ed è semplice l’uso per una singola default route.

3.1.2.2 Vantaggi e svantaggi del routing statico.

vantaggi

svantaggi

facile da implementare in piccole reti

usabile solo per tolopogie semplici o particolari, cone la default static route

molto sicuro. non invia dati ad altri router, a differenza del routing dinamico

la complessità di configurazione cresce drammaticamente al crescere della rete

la rotta per la destinazione è costante

è richiesto un intervento manuale per modificare l’instradamento del traffico

non richiede algoritmi di aggirnamento, quindi non utilizza risrse extra di CPU o RAM

3.1.2.3 scenari d’uso del routing dinamico. Tipicamente viene utilizzato se si deve getire grandi reti, con molti router, o se la rete dovrà crescere e segmentarsi.

3.1.2.4 vantaggi e svantaggi del routing dinamico. Oltre a richiedere la conoscenza di ulteriori comandi per configurare il router, abbiamo:

vantaggi

svantaggi

usabile in tutte le topologie dove sono richiesti più router

può essere più complessa da implementare

in generale è indipendente dalla dimensione della rete

meno sicura. sono necessarie ulteriori configurazioni per renderla sicura

se possibile, reinstrada automaticamente il traffico al variare della topologia della rete

i percorsi dipendono dalla topologia corrente

richiede risorse di CPU e RAM addizionali e richiede banda di rete (per trasmettere i messaggi del protocollo)

3.1.2.5 attività - comparare routing statico e dinamico

3.2 RIP2

3.2.1 configurare il protocollo RIP

3.2.1.1 RIP, modalità di configurazione del router. RIP nei router moderni è usato raramente. Ma i concetti relativi sono analoghi per tutti i protocolli di routing dinamici.

RIP si abilita con il comando:

R(config)# router rip
R(config-router)# ?
  auto-summary         Enter Address Family command mode
  default-information  Control distribution of default information
  distance             Define an administrative distance
  exit                 Exit from routing protocol configuration mode
  network              Enable routing on an IP network
  no                   Negate a command or set its defaults
  passive-interface    Suppress routing updates on an interface
  redistribute         Redistribute information from another routing protocol
  timers               Adjust routing timers
  version              Set routing protocol version

che non avvia direttamente il processo, ma entra in configurazione del modulo di routing (config-router). Il successivo comando di help (?) mostra i principali comandi disponibili.

Per disabilitare RIP usare il comando:

R(config)# no router rip

che ferma il processo e cancella la sua configurazione.

3.2.1.2 Annunciare le reti. Abilitare il RIP non è sufficiente. Il comando:

R(config-router)# network direct-network

abilita il RIP sulla interfaccia della rete indicata, e invia con cadenza regolare il messaggio di update del RIP con l’indirizzo della rete.

direct-network è un indirizzo di rete classful. Ad esempio, facendo riferimento a questo diagramma:

_images/10_rip.svg

per R1 possiamo avere:

R1(config)# router rip
R1(config-routing)# network 192.168.1.0
R1(config-routing)# network 192.168.2.0

dove le reti 192.168.1.0 e …2.0 sono reti direttamente connesse.

Attenzione. Abilitando RIP come indicato, viene attivata la versione 1, che è classful. Quindi se si utilizzano indirizzi di sottorete, questi sono automaticamente convertiti nella rete classful relativa. Ad esempio, l’indirizzo 192.168.1.32 è convertito in 192.168.1.0

3.2.1.3 verificare il routing RIP. Si utilizza il comando:

R1#show ip protocols
Routing Protocol is "rip"
Sending updates every 30 seconds, next due in 21 seconds
Invalid after 180 seconds, hold down 180, flushed after 240
Outgoing update filter list for all interfaces is not set
Incoming update filter list for all interfaces is not set
Redistributing: rip
Default version control: send version 1, receive any version
  Interface             Send  Recv  Triggered RIP  Key-chain
  GigabitEthernet0/0/0  1     2 1
  Serial0/1/0           1     2 1
Automatic network summarization is in effect
Maximum path: 4
Routing for Networks:
  192.168.1.0
  192.168.2.0
Passive Interface(s):
Routing Information Sources:
  Gateway         Distance      Last Update
  192.168.2.2          120      00:00:22
Distance: (default is 120)

Nota. Le interfacce sono diverse da quelle mostrate nel diagramma precedente in quanto questo comando è stato eseguito su uno scenario leggermente diverso:

sistema

interfaccia

IPv4

linked to

R1

G0/0/0

192.168.1.1/24

switch0 - G0/1

S0/1/0

192.168.2.1/24

R2 - S0/1/0

R2

G0/0/0

192.168.3.1/24

switch1 - G0/1

S0/1/0

192.168.2.2/24

R1 - S0/1/0

S0/1/1

192.168.4.2/24

R3 - S0/1/0

R3

G0/0/0

192.168.5.1/24

switch2 - G0/1

S0/1/0

192.168.4.1/24

R2 - S0/1/1

L’output del comando mostra:

  1. effettivamente abbiamo il RIP configurato e in funzione;

  2. la cadenza di update, nel nostro caso R1 invia ogni 30 secondi, ne mancano 21 al prossimo invio;

  3. versione di RIP: invio RIPv1, ricezione qualunque versione di RIP;

  4. le reti classful annunciate: 192.168.1.0 e … 2.0;

  5. router interfacciati, questo è R2, al 192.168.2.2.

Questo stesso comando visualizza gli altri protocolli dinamici: EIGRP, OSPF, …

La tabella di routing mostra le rotte connesse direttamente e quelle apprese dinamicamente:

R1#show ip route
...
Gateway of last resort is not set

     192.168.1.0/24 is variably subnetted, 2 subnets, 2 masks
C       192.168.1.0/24 is directly connected, GigabitEthernet0/0/0
L       192.168.1.1/32 is directly connected, GigabitEthernet0/0/0
     192.168.2.0/24 is variably subnetted, 2 subnets, 2 masks
C       192.168.2.0/24 is directly connected, Serial0/1/0
L       192.168.2.1/32 is directly connected, Serial0/1/0
R    192.168.3.0/24 [120/1] via 192.168.2.2, 00:00:18, Serial0/1/0
R    192.168.4.0/24 [120/1] via 192.168.2.2, 00:00:18, Serial0/1/0

si osservano le due rotte marcate con R: la 192.168.3.0 e …4.0, queste sono apprese tramite RIP.

3.2.1.4 abilitare e verificare RIPv2. Come detto, abilitando RIP il router utilizza RIPv1 in output, e interprea in input sia RIPv1 che RIPv2.

Si può abilitare RIPv2 in configurazione:

R1(config)# router rip
R1(config-routing)# version 2

Attenzione al fatto che in questo modo si forza il protocollo versione 2 sia in ingresso che in uscita. Se il router confina con router che parlano solo RIPv1, non sarà in grado di ricevere i relativi messaggi.

La versione di default si riabilita con:

R1(config)# router rip
R1(config-routing)# no version

Infatti il comando version 1 forza il protocollo RIPv1 sia in ingresso che in uscita.

3.2.1.5 disabilitare lo auto summarization. Come mostrato in 3.2.1.3 quando si abilita RIP, questo lavora con la feature di summarization abilitata 1.

Significa che se osserva più reti confinanti (senza vuoti tra un confine e l’altro) afferenti una stessa interfaccia, le riassume in una unica rete che le ingloba.

Per evitare questo comportamento:

R1(config)# router rip R1(config-routing)# version 2 R1(config-routing)# no auto-summary

Il comando no auto-summary funziona solo con RIPv2 che deve essere abilitato prima della sua esecuzione.

Attenzione questo comando è importante. Se si hanno reti classless, RIPv1 le ingloba in una unica rete classfull. Il risultato è che il router può non riconoscere un indirizzo che appartiene ad una rete classless esistente: non è in grado di vederla. Ad esempio se si lavora con reti 172.16.3.0/24, RIPv1 le interpreta come 172.16.0.0/12. Quindi possiamo non essere in grado di raggiungere la rete 172.16.3.0. Mi è accaduto costruendo l’esempio in 3.3.1.1.

3.2.16 configurare interfacce passive. Quando una interfaccia gestisce una rete non dotata di router, deve essere conosciuta da RIP, ma non è necessario che su di lei vengano inviati i messaggi RIP: non vi sono router in ascolto. Si otterre:

  • spreco di banda passante;

  • spreco di risorse, perché i device di rete dovrebbero comunque analizzare i broadcast, prima di eliminarli;

  • rischi per la sicurezza, in quanto i ibroadcast RIP potrebbero essere intercettati e analizzati da device malevoli, che potrebbero addirittura rispondere con false informazioni alterando l’indirizzamento del traffico di rete.

Le interfacce con queste caratteristiche sono dette passive, e si indicano esplcitamente in configurazione del router come segue:

R1(config)# router rip R1(config-routing)# passive-interface g0/0

Le interfacce dichiarate passive sono esplicitamente elencate da show ip protocols.

Nota. Tutti i protocolli di routing supportano il comando passive-inerface.

Si può usare il comando passive-interface default per rendere passive tutte le interfacce. Salvo riattivarle puntualmente con il comando no passive-interface.

3.2.1.7 propagare una default route. Si consideri il seguente scenario:

_images/11_rip_default_route.svg

R1 può dichiarare una default route per andare su Internet tramite l’interfaccia S0/0/1. Per rendere il tutto scalabile, RIP prevede la possibilità di propagare anche questa informazione. In pratica si deve:

  • configurare la default route statica su R1;

  • eseguire il comando default-information orginate nel router configuration.

Ad esempio:

R(config)# ip route 0.0.0.0 0.0.0.0 s0/0/1 2019.165.200.226
R(config)# router rip
R(config-router)# default-information originate

3.2.1.8 packet tracer - configurare RIPv2

3.2.1.9 lab - configurazione base di RIPv2

3.3 la routing table

3.3.1 parti di una voce Route IPv4

3.3.1.1 voci della routing table.Per illustrare la routing table si usa il seguente diagramma topologico:

_images/12_routing_table.svg

Dove:

  • R1 è il router di frontiera per la connesione a Internet; perciò propaga la sua default route.

  • I router contengono reti classless discontinue separate da una rete classful 2.

  • Inoltre R3 ha anche un percorso alla supernet 192.168.0.0./16 (simulata da un router).

  • Il collegamento ad Internet è simulato con un router.

Abbiamo il seguente schema di indirizzi:

sistema

interfaccia

IPv4

linked to

R1

G0/0

172.16.1.1/24

switch0 - G0/1

S0/0/0

209.165.200.225/30

R2 - S0/0/0 - 209.165.200.226/30

S0/0/1

209.165.200.233/30

Internet -

R2

G0/0

172.16.2.1/24

switch1 - G0/1

S0/0/0

209.165.200.226/30

R1 - S0/0/0

S0/0/1

209.165.200.229/30

R3 - S0/0/1

R3

G0/0

172.16.3.1/24

switch3 - G0/1

G0/1

172.16.4.1/24

switch2 - G0/1

S0/0/0

192.168.?.?/16

192.168.0.0/16 -

S0/0/1

209.165.200.230/30

R2 - S0/0/1

PC0

NIC

172.16.3.11/24

switch3 - FA0/1 - gw 172.16.3.1

PC1

NIC

172.16.1.11/24

switch0 - FA0/1 - gw 172.16.1.1

PC2

NIC

172.16.2.11/24

switch1 - FA0/1 - gw 172.16.2.1

In queste condizioni la tabella di routing di R1 è:

R1#show ip route
...
Gateway of last resort is 0.0.0.0 to network 0.0.0.0

     172.16.0.0/16 is variably subnetted, 5 subnets, 2 masks
C       172.16.1.0/24 is directly connected, GigabitEthernet0/0
L       172.16.1.1/32 is directly connected, GigabitEthernet0/0
R       172.16.2.0/24 [120/1] via 209.165.200.226, 00:00:14, Serial0/0/0
R       172.16.3.0/24 [120/2] via 209.165.200.226, 00:00:14, Serial0/0/0
R       172.16.4.0/24 [120/2] via 209.165.200.226, 00:00:14, Serial0/0/0
R    192.168.0.0/16 [120/2] via 209.165.200.226, 00:00:14, Serial0/0/0
     209.165.200.0/24 is variably subnetted, 5 subnets, 2 masks
C       209.165.200.224/30 is directly connected, Serial0/0/0
L       209.165.200.225/32 is directly connected, Serial0/0/0
R       209.165.200.228/30 [120/1] via 209.165.200.226, 00:00:14, Serial0/0/0
C       209.165.200.232/30 is directly connected, Serial0/0/1
L       209.165.200.233/32 is directly connected, Serial0/0/1
S*   0.0.0.0/0 is directly connected, Serial0/0/1

leggermente diversa da quella mostrata nel corso Cisco.

3.3.1.2 entry direttamente connesse. Sono evidenziate dalla C in prima colonna, e con IOS moderno, sono seguite dalla entry L che evidenzia l’indirizzo di configurazione dell’interfaccia. Dall’esempio precedente:

R1#show ip route
...
     172.16.0.0/16 is variably subnetted, 5 subnets, 2 masks
C       172.16.1.0/24 is directly connected, GigabitEthernet0/0
L       172.16.1.1/32 is directly connected, GigabitEthernet0/0
...
     209.165.200.0/24 is variably subnetted, 5 subnets, 2 masks
C       209.165.200.224/30 is directly connected, Serial0/0/0
L       209.165.200.225/32 is directly connected, Serial0/0/0
...
C       209.165.200.232/30 is directly connected, Serial0/0/1
L       209.165.200.233/32 is directly connected, Serial0/0/1
...

Abbiamo:

route source

destination network

outgoing interface

C

172.16.1.0/24 is directly connected,

GigabitEthernet0/0

L

172.16.1.1/32 is directly connected,

GigabitEthernet0/0

Dove:

  • la route source identifica il modo in cui la entry è stata appresa; C significa direttamente connessa, ed L è una route locale;

  • la destination network è la rete di destinazione, e come è connessa;

  • la outgoing interface è l’interfaccia del router connessa alla destination network.

Altre modalità di apprendimento importanti:

  • S route statica, creata manualmente da un amministratore di rete;

  • D route dinamica appresa tramite EIGRP;

  • O route dinamica appresa tramite OSPF;

  • R route dinamica appresa tramite RIP.

3.3..3 entry relative a reti remote. Hanno la seguente struttura:

route source

destination network

AD

Metric

next-hop

route timestamp

outgoing interface

R

172.16.2.0/24

[

120

/

1

] via

209.165.200.226

,

00:00:11

,

Serial0/0/0

Oltre i campi indicati nella pagina precedente:

  • AD (administrative Distance) identifica l’afficabilità della sorgente della route. Una route statica val 1, e una route connessa vale 0. Le route apprese con protocolli dinmici hanno valori superiori. I valori inferiori hanno priorità più elevata.

  • Metric, è il valore simbolico per raggiungere la rete remota. Valori inferiori sono preferiti. La metrica per route statice e per route connesse è 0.

  • Next-hop l’indirizzo cui il router deve inoltrare il pacchetto.

  • Route timestamp: da quanto è stato appresa la entry. Un update aggiorna questo valore.

3.3.1.4 attività - identificare parti di una entry di una tabella di routing IPv4*

3.3.2 Route IPv4 apprese dinamicamente

3.3.2.1 termini della routing table. Una routing table Cisco ha una struttura gerarchica, usata per accelerare il processo di ricerca.

Si usa la segunte terminologia:

  • ultimate route (rotta finale);

  • level 1 route

  • level 1 parent route

  • level 2 child routes.

3.3.2.2. ultimate route. È una entry che contiene o un next-hop o una exit interface.

Route connesse direttamente, apprese dinamicamente o locali, sono ultimate route.

3.3.2.3 level 1 route. Sono route con subnet mask uguale o inferiore alla classfull mask dell’indirizzo di rete. Possono essere:

  • network route - se ha subnet mask uguale a quella della classful mask.

  • supernet route - questa è un indirizzo di rete con maschera inferiore a quella classful. Ad es. un summary address.

  • default route - visto che ha maschera /0.

La level 1 route può essere direttamente connessa, una route statica o da protocollo dinamico.

Ad esempio, le seguenti sono level 1 route:

...
R    192.168.0.0/16 [120/2] via 209.165.200.226, 00:00:14, Serial0/0/0
...
S*   0.0.0.0/0 is directly connected, Serial0/0/1

3.3.2.4 level 1 parent route. Sono route level 1 sottoposte a subnetting. Ad esempio le seguenti:

...
     172.16.0.0/16 is variably subnetted, 5 subnets, 2 masks
...
     209.165.200.0/24 is variably subnetted, 5 subnets, 2 masks
...

In nessun caso queste possono essere ultimate route.

3.3.2.5 level 2 child routes. Queste sono subnet di classful network address.

Possono essere reti direttamente connesse, route statiche o apprese dinamicamente. Inoltre sono ultimate route.

Le seguenti sono level 2 child route:

...
C       172.16.1.0/24 is directly connected, GigabitEthernet0/0
L       172.16.1.1/32 is directly connected, GigabitEthernet0/0
R       172.16.2.0/24 [120/1] via 209.165.200.226, 00:00:14, Serial0/0/0
R       172.16.3.0/24 [120/2] via 209.165.200.226, 00:00:14, Serial0/0/0
R       172.16.4.0/24 [120/2] via 209.165.200.226, 00:00:14, Serial0/0/0
...
C       209.165.200.224/30 is directly connected, Serial0/0/0
L       209.165.200.225/32 is directly connected, Serial0/0/0
R       209.165.200.228/30 [120/1] via 209.165.200.226, 00:00:14, Serial0/0/0
C       209.165.200.232/30 is directly connected, Serial0/0/1
L       209.165.200.233/32 is directly connected, Serial0/0/1
...

Si ricordi che la gerarchia della routing table di IOS segue sempre uno schema classful.- Quindi un level 1 parent route è un indirizzo classful, anche se le sue subnet sono generate da un classless routing protocol.

3.3.2.6 Attività - Identificare Route Parent e child.

3.3.3 il processo di lookup della route IPv4

3.3.3.1 il processo di route lookup. Qunado un pacchetto arriva all’interfaccia del router, questo esamina l’header IPv4 per identificare l’indirizzo del destinatario, quindi accede alla tabella di routing per trovare il migliore match.

  1. esamina le route di level 1;

  2. se il miglior match (vedi 3.3.3.2) è una ultimate route level 1, la usa per l’inoltro;

  3. se il miglior match è una parent route level 1, allora passa ad esaminare le sue child root level 2 (ovvero le subnet);

  4. se vi è un miglior match con una ultimate route level 2 child route, allora la usa per l’inoltro;

  5. se non vi è match allo step precedente, si cerca nelle supernet o la default route;

  6. se vi è match, viene usato per l’inoltro del pacchetto;

  7. se non vi è match, il pacchetto viene cestinato.

Nota. Se il match si risolve con una route dotata di solo next-hop, e il CEF non è configurato, il router deve usare il next-hop per un secondo giro di lookup per individuare la relativa interfaccia (lookup ricorsivo).

3.3.3.2 migliore route: match più lungo. Che si intende quando si dice che il router deve trovare il miglior match nella routing table? È il match più lungo, ovvero con il maggior numero di bit corrispondenti a partire da sinistra.

Ad esempio, nella seguente tabella si confronta un indirizzo destinazione con alcune route risponibili, considerando le relative subnet mask 3. In grassetto sono evidenziate le aree che matchano.

IP destination

172.16.0.10

1010 1100.0001 0000.0000 0000.0000 1010

route 1

172.16.0.0/12

1010 1100.0001 0000.0000 0000.0000 0000

route 2

172.16.0.0/18

1010 1100.0001 0000.0000 0000.0000 0000

route 3

172.16.0.0/26

1010 1100.0001 0000.0000 0000.0000 0000

Il miglior match è dato da route 3, in quanto coincidono il maggior numero di bit tra indirizzo di destinazione e la rete rappresentata nella route.

3.3.3.3 attività - determinare la route con match più lungo

3.3.4 analizzare una routing table IPv6

3.3.4.1 Entry in routing table IPv6. È molto simile a una routing table IPv4. La differenza basilare consiste nel fatto che IPv6 è classless per progettazione. Quindi tutte le entry sono ultimate route e non vi sono entry level 1 parent di level 2 child.

Si considera il seguente diagramma topologico:

_images/13_ipv6_routing_table.svg

Dal diagramma si osserva:

  • i tre router sono in topologia full mesh: tutti hanno path ridondanti;

  • R2 è un eadge router ma non propaga la default static route;

  • protocollo dinamico è EIGRP per IPv6, ma in questo corso non se ne studia la configurazione.

3.3.2.4 entry direttamente connesse. La routing table per IPv6 si visualizza con:

R# show ipv6 route
...
C 2001:DB8:CAFE:1::/64 [0/0]
    via GigabitEthernet0/0, directly connected
L 2001:DB8:CAFE:1::1/64 [0/0]
    via GigabitEthernet0/0, receive
D 2001:DB8:CAFE:2::/64 [90/2170112]
    via FE80::2, Serial0/0/0, receive
D 2001:DB8:CAFE:3::/64 [90/2170112]
    via FE80::3, Serial0/0/1, receive
C 2001:DB8:CAFE:A001::/64 [0/0]
    via Serial0/0/0, directly connected
L 2001:DB8:CAFE:A001::1/128 [0/0]
    via Serial0/0/0, receive
D 2001:DB8:CAFE:A002::/64 [90/2681856]
    via FE80::2, Serial0/0/0, receive
    via FE80::3, Serial0/0/1, receive
C 2001:DB8:CAFE:A003::/64 [0/0]
    via Serial0/0/1, directly connected
L 2001:DB8:CAFE:A003::1/128 [0/0]
    via Serial0/0/1, receive
L FE00::/8 [0/0]
    via Null0, receive

La C identifica le connessioni dirette, e la L le entry locali.

Le informazioni esposte per le connessioni dirette sono:

  • route source - modalità di apprendimento della route,

  • directly connected network - l’indirizzo della rete connessa direttemente;

  • administrative distance - l’affidabilità della sorgente dell’informazione; valori inferiori sono più affidabili.

  • metric - il valore per raggiungere la destinazione;

  • outgoing interface - l’interfaccia cui inoltrare i pacchetti in uscita.

Nota. I link seriali hanno delle bande passanti di riferimento. Queste sono configurate per osservare come EIGRP seleziona il miglior percorso. I valori assegnati non sono realistici.

3.3.4.3 entry di reti IPv6 remote. Nel display della pagina precedente (3.3.4.2) le entry marcate con D sono remote, apprese via EIGRP.

Le informazioni esposte, oltre quanto indicato nella pagina precedente, sono:

  • next hop prossimo indirizzo cui inoltrare.

Come per IPv4, anche in questo caso l’indirizzo IPv6 del destinatario è estratto dal pacchetto e poi si effetua una ricerca in routing table per indirizzi level 1. Anche in questo caso il best match è quello con il maggior numero di bit corrispondenti, a partire da sinistra.

3.3.4.4 attività - identificare parti di una entry di una routing table IPv6

3.4 sommario

3.4.1 conclusioni

3.4.1.1 class activity -IPv6: dettagli, dettagli …

3.4.1.2 capitolo 3: routing dinamico


1

Si veda la dicitura: Automatic network summarization is in effect.

2

Per questo abbiamo dovuto abilitare RIPv2 configurato no auto-summary.

3

IL match riguarda la parte dell’indirizzo relativa alla rete. L’indirizzo destinazione viene considerato nella sua interezza. Quello della route deve coincidere almeno per la parte identificata come rete dalla subnet mask.