Created on 03 Mar 2013 ;    Modified on 03 Mar 2013 ;    Translationenglish

Copyright per gli editori: esagerazione senza limiti

Repubblica ha scritto che in questi giorni il parlamento tedesco ha approvato una legge che riconosce agli editori l'esclusiva della pubblicazione e diffusione dei loro articoli.

Vi chiederete, dov'é la novità? Siamo abituati da sempre a veder campeggiare, nelle diverse salse, la scritta tutti i diritti riservati nei vari articoli cartacei, e non, pubblicati dagli editori. Inclusi gli editori di giornali. Ed incluso Repubblica. Che, tra l'altro, per rappresentare la cosa usa un tono che oscilla tra il contento e il trionfalistico.

Torniamo a noi. La novità consiste nel fatto che la legge in questione vieta la diffusione automatica delle notizie pubblicate dai giornali online. Diffusione che viene effettuata dai cosiddetti aggregatori, primo tra tutti Google News.

Tutto bene? Non proprio.

Gli editori tedeschi, non paghi del risultati raggiunto, desiderano sia vietata anche la pubblicazione di estratti e riassunti dei loro articoli. Della serie: o ti compri questo giornale (cartaceo o online), o rimani nell'ignoranza.

Se questo concetto fosse accettato, sarebbe fuorilegge anche la nota che sto scrivendo, visto che per commentare la notizia, ho dovuto riassumerla.

E cosa ne sarebbe della recensione di libri che includono un riassunto degli stessi?

Ma, perché fermarsi qui?

Supponiamo stia scrivendo una dispensa universitaria per insegnare a studenti di fisica il punto riguardo l'evoluzione delle teorie dell'unificazione delle forze. Perché non imporre di pagare i diritti delle relative pubblicazioni scientifiche, anche se mi limito a riportare i concetti con parole mie? Sempre di riassunti si tratta. E, soprattutto, riprendo la sostanza del lavoro concettuale di qualcun altro. Pubblicato e consultabile a pagamento.

Sono profondamente scandalizzato! STIAMO ESAGERANDO

Non possiamo pensare di sottomettere la circolazione delle informazioni alle pure leggi dell'economia. E' come pensare di lucrare sulla distribuzione dell'acqua, o dell'aria.

L'informazione è un diritto dell'individuo, non meno importante degli altri diritti: vita, libertà, sicurezza della propria persona1. E negarlo significa anche minare alla radice la qualità di questi diritti.