Created on 20 Aug 2012 ;    Modified on 24 Oct 2012

Nube di Passeri

Periodo di lettura: 2002; recensione: Dicembre 2008

Autore, titolo, editore

Takashi Matsuoka - Nube di passeri - Ed. Sperling & Kupfer - 2002 Trento

ISBN 88-200-3407-7, pagg 494, Euro 17,50

Nota. L'autore è scritto all'uso occidentale: il nome prima del cognome









Il contenuto

Romanzo di fantasia con ambientamento storico.

Sommario:

  1. Introduzione
  2. Il seme del tradimento
  3. Il rientro nel feudo
  4. Il ritorno a Edo
  5. Conclusione
Introduzione

1861. Giappone. Il medioevo giapponese volge al tramonto. Nelle lotte tra le famiglie feudatarie si insinua con prepotenza un nuovo attore. Le nazioni occidentali, forti di una superiore tecnologia militare, influenzano quelli che una volta erano i signori incontrastati della scena politica.

Okumichi no kami Genji, signore di Akaoka, è il feudatario di una signoria piccola e periferica. Eppure la famiglia Okumichi è controllata con attenzione da Kawakami Eichi, signore di Hino, il potente capo delle spie dello shogun.

L'importanza degli Okumichi travalica quella del piccolo feudo che controllano, e affonda le sue radici in tre importanti fatti. Prima di tutto, la tradizione popolare accredita ad alcuni membri della famiglia di avere capacità profetiche, e questo dà loro un grande ascendente. Inoltre, 261 anni prima, gli Okumichi avevano sostenuto un ruolo importante nella campagna bellica contro i Tokugawa, la famiglia dell'attuale shogun. Il fatto che fossero stati sconfitti nella battaglia campale di Sekigahara, agli occhi di Kawakami, non era sufficiente ad assicurare la loro lealtà all'attuale shogun. Infine, gli Okumichi danno asilo a missionari cristiani, rendendo esplicito il fatto che sono pronti a cavalcare il fenomeno della presenza di stranieri sul territorio giapponense.

In questo contesto Genji è appena divenuto il nuovo signore di Akaoka. Suo nonno, il nobile Kiyori, precedente signore del feudo, è stato ucciso dal nobile Shigeru, zio di Genji. Shigeru sembra essere impazzito, e Genji lo fa rinchiudere nel monastero zen di Mushindo.

Genji trascorre il tempo nella sua residenza presso la capitale dello shogun: la città di Edo. E' accompagnato dalla ricercatissima geisha Heiko, e attende l'arrivo di altri missionari cristiani, invitati dal defunto nonno.

I missionari attesi sono il pastore protestante Zepheniah Cromwell, e due suoi aiutanti: Emily Gibson, una ragazza in fuga dalla propria bellezza, e Matthew Stark, un ex pistolero all'inseguimento di chi gli ha distrutto la famiglia. Al loro arrivo, Cromwell viene ferito mortalmente da un sicario di Kawakami. Genji li accoglie e li ospita nel suo palazzo di Edo, dopo di che si reca al monastero zen per incontrare lo zio Shigeru.

Il seme del tradimento

Alla presenza di Genji, Shigeru sembra rinsavire. Nonostante i suoi misfatti, Genji lo reintegra nella sua posizione in seno alla famiglia, suscitando lo sdegno di Sohaku, il comandante militare più prestigioso al seguito degli Okumichi. Sohaku decide di defenestrare il giovane Genji, e per farlo dovrà cercare l'appoggio degli altri due comandanti anziani: Kudo e Saiki.

Genji e il suo seguito rientra a Edo appena in tempo per assistere al bombardamento navale della città da parte di alcune navi militari occidentali alla fonda nel porto.

Il palazzo di Genji è distrutto. Nelle sue rovine vengono alla luce i sentimenti profondi delle persone. Genji, quando trova illesa l'amante Heiko, l'abbraccia in pubblico, ricambiato, lasciando capire i propri sentimenti. Stark, per difendere le donne, uccide il sicario di Kawakami, rivelando la sua natura di combattente. Saiki, riafferma la sua lealtà a Genji, in contrasto con gli altri due comandanti anziani: Sohaku e Kudo, che hanno dato il via al loro complotto. Infine Mukai, luogotenente di Kawakami, prende contatto con Genji, di cui è segretamente innamorato.

Il rientro nel feudo

La distruzione del palazzo di Genji a Edo lo spinge alla pericolosa decisione di lasciare la capitale dello shogun per rientrare al suo feudo. Con Shigeru mette a punto un piano elaborato. Per tranquillizzarli, affida a Sohaku e Kudo il comando del grosso dei combattenti del clan presenti a Edo. Saiki ha l'incarico di raggiungere in incognito il feudo per organizzare il grosso delle forze. In realtà deve fare in modo che l'armata nel feudo rimanga fedele a Genji. Quest'ultimo viaggerà con una debole scorta per un percorso impervio sulle montagne, in attesa di essere raggiunto e scortato dal grosso dell'esercito di Akaoka.

Il piano inizialmente si sviluppa come previsto da Genji. Sohaku e Kudo prendono accordi con Kawakami per l'eliminazione di Genji, e partono al suo inseguimento. Saiki riesce fortunosamente a raggiungere il feudo, mentre Shigeru elimina il gruppo di Kudo che li inseguiva. Ma Genji viene attaccato da un gruppo di sbandati e, suo malgrado, è Emily che riesce a salvarlo e tenerlo in vita fino all'arrivo di Shigeru.

La successiva convalescenza di Genji al castello di Akaoka gli permette di conoscere e apprezzare meglio le caratteristiche dei suoi ospiti stranieri. E di accogliere la confessione di Heiko, la quale gli rivela di essere una ninja, spia di Kawakami. Genji non ne è sorpreso: lo ha sempre sospettato, e rifiuta di punirla. Anzi la presenta ai suoi come una sua spia.

Il ritorno a Edo

Gli eventi incalzano. Lo shogun, pressato dalle richieste delle potenze straniere, chiama a raccolta a Edo tutti i daimyo per definire una linea di condotta unitaria verso gli occidentali. Con un atto di portata rivoluzionaria, vengono invitati anche i signori feudali che nella battaglia di Sekigahara erano schierati in campo avverso: è una dichiarazione di pace interna senza precedenti. Genji deve nuovamente mettersi in viaggio, questa volta per raggiungere Edo. E lo fa con una piccola scorta, per dimostrare benevolenza verso lo shogun. Ma Kawakami non ha intenzione di lasciare cadere le proprie macchinazioni, e si porta con un forte reparto di armati al monastero di Mushindo, da cui dovrà passare il gruppo di Genji.

E da Mushindo, ove aveva trovato riparo, parte Sohaku con i samurai che gli sono ancora fedeli, per attaccare Genji e la sua scorta. Lo scontro è impari. Sohaku è oramai cosciente di avere perso la partita con Genji, e da conservatore convinto lancia i suoi in una carica all'arma bianca. Genji, in inferiorità numerica, ma militarmente più flessibile risponde con le armi da fuoco, accettando lo scontro alla sciabola solo dopo avere decimato a distanza la cavalleria attaccante. Anche Sohaku viene ferito gravemente, ed è portato via dal suo luogotenente. Al loro inseguimento parte il temuto Shigeru, che li raggiunge e uccide; per essere ucciso a sua volta dai moschettieri di Kawakami.

Quando Genji raggiunge il monastero viene attaccato e costretto in posizione difensiva da Kawakami. Costui, convinto della propria imminente vittoria finale, lo convoca per distruggerlo psicologicamente. E lo fa in due modi. Per annientare le sue speranze di ricevere eventuali rinforzi, gli consegna la testa dello zio Shigeru. E per rendergli chiaro che disonorerà la famiglia Okumichi, gli rivela che la sua amata Heiko, senza saperlo, proviene da una famiglia di eta: ovvero individui reietti, adibiti ai lavori più infimi, di cui un samurai non ammette neanche la presenza.

Il successivo scontro sembra senza speranza. Genji si sta per lanciare con i suoi trenta samurai all'assalto dei seicento di Kawakami in una carica suicida, quando incredibilmente viene soccorso da alcune centinaia di samurai di rinforzo. E' Mukai, il cui amore per Genji lo ha ormai votato definitivamente alla sua causa. Nella successiva sanguinosa mischia Mukai si immola, e Kawakami, con i suoi viene catturato. Genji lo giustizia immediatamente: deve eliminare qualunque persona che conosca l'ascendenza di Heiko, e deve allontanare Heiko stessa per evitare che possa sospettare qualcosa.

Conclusione

Genji invia Heiko in America, accompagnata da Stark che ha trovato la sua vendetta, ma non la pace per la famiglia persa. E con dolore è costretto a distruggere completamente il villaggio di eta da cui Heiko era stata comprata ancora bambina: l'onore degli Okumichi non dovrà mai essere messo in dubbio. Così si avvia verso il tramonto la storia dei samurai, e si intravede l'alba di un nuovo Giappone.

Le impressioni

E' un eccezionale romanzo di fantasia con ambientazione storica. Dire che mi sia piaciuto non rende cosa ho provato leggendolo la prima volta.

I personaggi sono affascinanti. Molto complessi, sono caratterizzati profondamente dalle loro azioni. Da cui traspare continuamente la cultura in cui sono nati e cresciuti: da un lato il Giappone medioevale, e dall'altro gli Stati Uniti della seconda metà dell'Ottocento.

La trama è estremamente articolata. Tutt'altro che banale e prevedibile, si armonizza molto bene con il contesto storico in cui è ambientata. Non sono uno studioso di storia Giapponese, ma quel poco che ho letto sull'argomento coincide con quanto descritto in questo romanzo.

Leggendo questo libro mi è tornato alla mente un episodio del lontano 1986. Avevo appena cominciato a lavorare, frequentando con altri neolaureati un articolato corso della Olivetti per i sistemisti neoassunti. La conoscenza dell'azienda prevedeva alcune visite ad Ivrea. In una di queste ci tenne un breve seminario il responsabile degli acquisti, che nel raccontare la sua esperienza ci disse che era rimasto sorpreso proprio dal comportamento dei Giapponesi. Erano estremamente cortesi, e mentre parlavi sembrava accondiscendessero riguardo le tue argomentazioni. Dopo di che, quando la parola passava a loro, sempre molto cortesemente, ti dicevano che non erano d'accordo con quanto avevi esposto. Un comportamento estremamente disorientante per un occidentale. A suo tempo avevo capito razionalmente le affermazioni di quel signore, ma non le avevo interiorizzate. Finché non lessi Nube di passeri. Questo romanzo apre una sorta di finestra su un mondo alieno: la mentalità di un antico giapponese. Che penso si rifletta parzialmente in quella di un moderno giapponense.

E allora si comprendono gli strati diversificati di cortesia nei confronti dell'ospite. E si sente riecheggiare parte del discorso finale tra Kawakami e Genji:

... replicò Kawakami, "... Desideravo incontrarti prima della tua morte, che entrambi sappiamo imminente e inevitabile, in modo che alla fine sia tutto chiaro tra noi."

"Tu parli come se fossimo stranieri. Sono loro che cercano sempre delle soluzioni chiare e definitive, e alla fine le trovano, mentre noi siamo infinitamente più sofisticati." Genji sorrise. "L'essenza della nostra mentalità è l'ambiguità, quindi tra noi non potrà esservi mai nulla di chiaro e non vi sarà mai una fine, chiunque debba vivere o morire oggi."