Created on 07 Nov 2022 ;    Modified on 11 Nov 2022

Meloni, Salvini: come usare i soldi dei contribuenti per arricchire gli imprenditori

Pensandoci meglio, forse il titolo è inappropriato. Avremmo dovuto titolare: "Stato pro capitalista: come usare i soldi dei contribuenti ...".

Già, perché il fatto che il nuovo governo di destra preveda di spendere 30 miliardi di € in un paio di anni per calmierare le bollette di luce e gas, non ha scandalizzato nessun partito. Al massimo il PD si è spinto a dichiarare che è sbagliato farlo indebitandosi.

D'altro canto, anche il precedente governo di coalizione, capitanato da Draghi, prevedeva di attingere alle casse dello stato per lo stesso scopo. Solo che Draghi vedeva come fumo agli occhi l'ampliamento del debito pubblico.

Ma se riflettiamo riguardo il giro dei soldi utilizzati per raggiungere lo scopo di contenere le bollette di luce e gas, sorge qualche dubbio nel merito. Vediamo perché.

Premessa

Nel seguito useremo i termini metano, gas naturale e gas, in modo equivalente.

Eurostat ci dice che dal 2008 ad oggi, anno 2022, il prezzo del metano per le utenze domestiche in Europa Unita (EU) ha avuto un andamento ondivago (fonte: questo articolo), come possiamo osservare seguendo la linea blu in basso nel seguente grafico, estratto dall'articolo citato [1]:

sviluppo del prezzo del gas naturale per utenze domestiche in EU

La linea in questione riporta il prezzo medio in €/kWh del gas naturale (ovvero metano) per le utenze domestiche in EU dal 1° semestre del 2008 al 1° semestre del 2022. Prezzo calcolato escludendo le tasse.

Osserviamo come il prezzo in questione sia salito e disceso nei diversi semestri. In generale, nei primi semestri il prezzo tende a diminuire perché, con la stagione calda, diminuisce la richiesta di gas per il riscaldamento. A questo si sommano altri fattori che pilotano il prezzo in modo macroscopico. Ad es. osserviamo come negli anni dal 2012 al 2014 il prezzo abbia raggiunto picchi di circa 0.55€c/kWh.

Ma quel che è accaduto dal 2021 al 2022 è decisamente fuori degli schemi. Abbiamo avuto una crescita del prezzo da 0.40€c/kWh a oltre 0.60€c/kWh [2] in solo un anno e mezzo.

Ancora un paio di osservazioni prima di lasciare il grafico predetto. In alto sono riportati i prezzi medi al consumatore finale includendo le tasse. Quindi confrontando le curve in alto rispetto quelle in basso possiamo apprezzare il peso della tassazione media del metano in EU. Leggendo l'articolo si scopre che l'Italia è uno dei paesi con tassazione intermedia.

Invece, un confronto tra le curve omogenee per tassazione (ad es. quelle senza tasse) permette di osservare l'influenza dei fattori extra inflazione rispetto il prezzo del metano all'utente finale. Come? E' semplice. Abbiamo detto che la spezzata blu è il prezzo di vendita all'utente finale. Invece quella arancione è il prezzo di vendita che dovrebbe avere il gas se avesse subito aumenti dovuti alla sola inflazione. La differenza tra le due spezzate ci indica lo scostamento del prezzo di vendita (blu) rispetto quello per sola inflazione (arancione).

Eurostat fornisce anche le statistiche dell'andamento del prezzo medio dell'energia elettrica per il consumatore finale in EU dal 2008 al 2022 (fonte: quest'altro articolo), che riportiamo nel seguente grafico.

sviluppo del prezzo dell'energia elettrica per utenze domestiche in EU

La linea blu (con i triangoli) è il prezzo di vendita al consumatore, senza le tasse. Si osserva che in questo caso il prezzo ha un andamento relativamente più regolare di quello del gas [3]. Più vicino all'andamento del prezzo calcolato per l'inflazione (linea ocra con i cerchietti). Ma anche in questo caso dal 2021 al 2022, in un anno e mezzo, l'incremento del prezzo è abnorme: da circa 13€c/kWh a poco meno di 20€c/kWh. Anche qui circa il 50% di aumento.

Questi andamenti dei prezzi hanno allarmato praticamente tutti i governi EU, inducendoli, in ordine sparso, ad adottare una serie di misure per cercare di mitigare il loro impatto sui prezzi agli utenti finali.

L'opinione

E veniamo alle nostre considerazioni.

Nel caso dell'Italia, il precedente governo, capitanato da Mario Draghi, è intervenuto nel corso del 2021 con una serie di decreti volti a:

  • contenere l'aumento dei carburanti tramite un contenimento della tassazione ai fornitori (accise, etc.);
  • un aiuto per il pagamento delle bollette elettriche per le famiglie meno abbienti; aiuto in gran parte finanziato tramite una tentativo (strenuamente avversato dai fornitori) di extra tassazione dei profitti in eccesso da parte dei produttori di energia elettrica [4].

Nonostante le insistenti richieste di Salvini, che da subito ha tentato di imporre una manovra in deficit per favorire il pagamento delle bollette elettriche, Draghi ha perseguito una politica di minor gettito per l'erario e di tassazione degli extra profitti dei produttori di energia elettrica. Evitando di:

  • spendere soldi già incassati dall'erario;
  • aumentare il già enorme debito pubblico dello stato.

Con Salvini vicepresidente del nuovo governo di destra, insediato nell'Ottobre del corrente anno, la politica per gli aiuti al contenimento del costo di gas ed energia elettrica è cambiata radicalmente.

Questa politica è riportata nella Nota di Aggiornamento del Documento di Economia e Finanza (NADEF) [5], annunciata dal nuovo governo, capitanato da Giorgia Meloni (fonte: questo articolo ANSA).

In pratica la Meloni, lo scorso 6 Novembre, ha annunciato che, con la nota in questione, il governo intende utilizzare entro il 2023 circa 30 miliardi di € per la mitigazione del caro energia. Di questi, 9 miliardi di € provengono dal bilancio 2022 dell'erario, e saranno utilizzati entro la fine dell'anno corrente.

Gli altri 21 miliardi di €, da utilizzare nel 2023, saranno allocati tramite un aumento dell'indebitamento del 4.5%. In altre parole: emettendo ulteriori buoni del tesoro, i cui interessi saranno pagati tramite i soldi dell'erario.

A prima vista il contenimento del prezzo dell'energia per gli utenti finali è sicuramente cosa buona e giusta. Ma osserviamo meglio in cosa consiste questa manovra.

In pratica Salvini, con il beneplacito della Meloni, ha finalmente ottenuto cosa stava cercando di avere da oltre un anno: 30 miliardi di € da scippare all'erario per farli arrivare ai produttori di energia. E, se nel fare questa operazione, l'indebitamento dello stato cresce, chi se ne importa: tanto lo pagheranno sempre quelli che versano le tasse.

Quindi il giro è il seguente. I cittadini (e le imprese) pagano le tasse, rifornendo l'erario statale. Il governo attinge a queste tasse per erogare sussidi a famiglie/imprese, allo scopo di agevolare il pagamento delle bollette di luce e gas. Essendo pagamenti di bollette, questi sussidi ovviamente passano dalle famiglie/imprese ai fornitori di luce e gas.

Conclusione logica: stiamo osservando nuovi meccanismi inventati da maghi della finanza per mettere le mani nei portafogli degli italiani.

Il lettore smaliziato ci farà osservare che, se lo stato accumula denaro, è per spenderlo al fine di ottenere servizi. Quindi, perché scandalizzarsi se questo denaro viene speso per ottenere (parzialmente) l'erogazione di luce e gas ai cittadini?

Ci scandalizziamo perché, da piccoli, i nostri genitori ci hanno raccontato che è giusto pagare le tasse. Ed è giusto perché i soldi che lo stato raccoglie, vengono reimpiegati per servizi di utilità generale: istruzione, sanità, sicurezza (e difesa), acqua, trasporti pubblici, strade, ponti, ... Negli anni '50 e '60 qualcuno decise che in questo calderone era necessario mettere anche energia elettrica (ENEL) e telecomunicazioni (SIP). E lo possiamo anche accettare [6].

Peccato che qualche decennio dopo, in nome della modernità e dell'efficienza, i governi hanno deciso di privatizzare energia elettrica e telecomunicazioni [7].

Per noi scriventi, privatizzare significa una cosa ben precisa: che lo stato non c'entra più nulla. Al limite paga per il servizio usato (ad esempio l'energia elettrica utilizzata da ospedali, scuole e caserme), ma non esiste che eroghi denaro a società private per agevolare l'erogazione del servizio ai singoli cittadini.

A questo punto il solito lettore smaliziato (che cominciamo a percepire con un po' di antipatia) ci potrebbe chiedere: "bene, se non siete daccordo nell'erogare sussidi con i soldi dell'erario, come mitighiamo i problemi del caro energia?".

Bella domanda. Se l'ENEL fosse ancora statale, la risposta sarebbe semplice: il proprietario dell'azienda, ovvero lo stato, potrebbe imporre un prezzo massimo. Essendo un servizio pubblico, sarebbe corretto utilizzare i soldi dell'erario per colmare eventuali perdite di gestione.

Ma non è così. Questo ci fa comprendere perché Draghi è considerato un genio dell'economia: è stato in grado di seguire strade che hanno minimizzato la spesa di soldi pubblici, pur mettendo un argine al dilagare del prezzo della luce.

Conclusioni

E noi, senza Draghi, che potremmo fare? Costruire di corsa impianti di energia alternativa (fotovoltaico, eolico, idroelettrico) e impianti di generazione di idrogeno verde.

Ma questo governo di destra ritiene più opportuno andare in tutt'altra direzione: mettere le mani nelle tasche degli italiani, passando a poche società i soldi rastrellati dalle casse dello stato. Oltretutto elevando anche il suo livello di indebitamento.

Per poi venirci a dire che sarà necessario risparmiare rendendo efficiente la sanità pubblica smantellando ospedali e Aziende Sanitarie. Nonché diminuendo il numero di impiegati statali, insegnanti inclusi, passando dalle classi pollaio alle classi da allevamento intensivo ...

Enjoy. ldfa


[1]Grafico riprodotto secondo le regole di copyright dell'Unione Europea, riportate in questa copyright notice.
[2]E' un aumento di oltre il 50%: un botto. Cause? Probabilmente nel 2021 l'uscita dalle restrizioni per il Covid-19 ha causato una generalizzata ripresa economica che a sua volta ha pilotato una crescita della domanda di energia. Come al solito, in un libero mercato, quando cresce la domanda, ma non l'offerta, i prezzi di vendita salgono. Nel 2022, sicuramente la sciagurata invasione russa dell'Ucraina, con le relative sanzioni economiche alla Federazione Russa, e successive ritorsioni di quest'ultima, è stata la causa che ha portato a ridurre l'offerta di gas. Anche in questo caso: se diminuisce l'offerta, allora aumenta il prezzo di vendita. In più, per il futuro, influiranno gli oggettivi maggiori costi di fornitura del metano liquido (LNG) via mare invece di quelli, inferiori, del metano gassoso fornito tramite metanodotti.
[3]In realtà dobbiamo considerare che nel caso dell'elettricità le ordinate del grafico presentano i valori di riferimento ogni 5€c/kWh. Mentre per il gas le ordinate presentano i valori di riferimento ogni 1€c/kWh: cinque volte più sensibile.
[4]

Si parla di profitti in eccesso perché le grandi aziende produttrici di energia elettrica non acquistano i combustibili (es. metano, carbone, uranio, ...) per la produzione, al momento del bisogno; ma, con i fornitori, fanno contratti pluriennali a prezzi bloccati.

In tal modo si assumono il rischio di pagare di più il combustibile nel (improbabile) caso in cui questo diminuisca di prezzo. Ma ottengono la sicurezza di non spendere di più nel (probabile) caso di un aumento del costo della materia prima.

Si capisce quindi che l'aumento vertiginoso dal 2021 al 2022 del metano non abbia impensierito la maggior parte dei produttori di energia elettrica: hanno i contratti di fornitura assicurati (salvo chi ha i contratti con la Federazione Russa) e a prezzi bloccati antecedenti all'anno 2021. D'altro canto, quando presentano la bolletta finale all'utente, fanno valere il prezzo corrente della materia prima, aumentando di conseguenza le bollette. Per questo si parla di profitti in eccesso (o extra profitti).

[5]NADEF rende pubbliche le strategie generali adottate dal governo nell'ambito della programmazione economica e finanziaria dello stato. Programmazione a sua volta definita nel Documento di Economia e Finanza (DEF).
[6]In effetti la nazionalizzazione di energia elettrica e telecomunicazioni fu decisamente condivisibile. Si pensi all'enorme sforzo necessario per costruire le reti elettriche e telefoniche anche in ambiti rurali, dove non vi era una richiesta tale da rendere economicamente lucroso portare luce e telefono.
[7]Ed hanno cominciato a smantellare il Servizio Sanitario Nazionale per dare spazio alla sanità privata. Con quali risultati lo abbiamo visto durante l'epidemia di Covid-19.