Created on 24 Aug 2012 ;    Modified on 18 Oct 2012

U-571

Periodo di lettura: Luglio 2009; recensione: Agosto 2009

Autore, titolo, editore

Max Allan Collins - U-571 - Ed. Sonzogno - 2000 Bergamo

ISBN 88-454-2004-3, pagg 205, Euro 6,60

Il contenuto

Romanzo a carattere storico, tratto dalla sceneggiatura dell'omonimo film della United International Pictures.

Nel Maggio 1942 il sottomarino tedesco U-571 rimane gravemente danneggiato a seguito di un attacco di un cacciatorpediniere di scorta alleato. Il suo capitano, Gunthar Wasner, non può fare altro che inviare un messaggio in codice al suo quartier generale.

Il messaggio però viene triangolato dagli alleati, che, incrociando la posizione dell'emettitore con i rapporti delle unità di scorta, comprendono di avere una unità tedesca immobilizzata in superficie in attesa di soccorsi.

Gli americani sono i più vicini e in grado di attrezzarsi per un audace colpo di mano con il fine di impossessarsi di Enigma: il sistema di cifratura dei messaggi utilizzato dai tedeschi, in grado di resistere ai tentativi di decrittazione dei migliori matematici al servizio degli alleati.

Il sottomarino S-33, al comando del capitano Mike Dahlgren, viene sommariamente mascherato da u-boat, e spedito in missione segreta ad intercettare il sottomarino U-571. In quattro giorni, mentre l'S-33 si avvicina al U-571, il maggiore dei marines Coonan addestra alla teoria del corpo a corpo un gruppo di abbordaggio formato dagli ufficiali del S-33, dal marconista e nove marinai.

Grazie alla sorpresa, l'abbordaggio riesce. Ma, mentre i sopravvissuti stanno sgombrando l'U-571 per farlo saltare, sopraggiunge, non visto, il sottomarino di soccorso tedesco, che silura l'S-33. I pochi marinai americani sopravvissuti si imbarcano sul U-571 e, ai comandi del tenente Andrew Tyler, ufficiale in seconda del S-33, riescono fortunosamente ad affondare il soccorritore tedesco.

Dopo di che Tyler si trova al comando di una unità tedesca, con un equipaggio di nove marinai e un sopravvissuto tedesco: il comandante, in incognito, ben deciso a sabotare il propro sottomarino per fare in modo che gli alleati non si impadroniscano di Enigma.

Le ore successive vedono la tensione serpeggiare nell'equipaggio, che stenta ad accettare l'autorità dell'ufficiale in seconda, mentre uno dei motori diesel viene rimesso in funzione. Wasner viene riconosciuto in una fotografia, e incatenato; mentre un cacciatorpediniere tedesco avvista il sottomarino.

Taylor cerca di inscenare l'affondamento dell'U-571 per far credere ai tedeschi che il segreto dell'Enigma sia ancora al sicuro. Ma il tentativo è sconvolto dall'intervento di Wasner. Nella colluttazione che segue Wasner uccide un marinaio, ma rimane ferito. A Taylor non rimane che distruggere a cannonate la sala radio del cacciatorpediniere, prima che questo cominci la caccia per affondare l'U-571.

L'U-571, stremato dalle cariche di profondità del cacciatorpediniere, riesce ad affondarlo con l'ultimo siluro a bordo.

Tyler e i pochi sopravvissuti abbandonano l'U-571 prima che affondi, e affrontano l'Atlantico a bordo di una minuscola zattera di salvataggio. E con l'Enigma.

Le impressioni

Un romanzo di guerra destinato ad alimentare la sacralità del guerriero americano, tanto cara ad un nutrito filone di romanzieri statunitensi.

I personaggi sono semplici e lineari. Al di là del contenuto razionale delle frasi, le azioni "buone" sono tutte da una parte, le "cattive" dall'altra.

Un romanzo che scorre via veloce e che ben documenta la sacrificata vita di bordo in un sottomarino. Con qualche licenza al tecnicismo, che in questo tipo di romazi non guasta.

A chi non soffre di claustrofobia, suggerisco una visita in un sottomarino.

Ho avuto occasione di visitare quello in mostra a Parigi, presso il museo della Scienza e della tecnica, al parco de la Villette.

E' stata una esperienza stupefacente.

Film e documentari non ti tramettono la sensazione di "costrizione" cui si è sottoposti quando si è dentro una di queste macchine. Bisogna provarlo dal vero. E poi immaginare di viverlo per settimane, mesi, insieme ad altre decine di persone. Basta questo. Senza pensare anche alla paura che attanaglia chi partecipa ad una azione di guerra.