Created on 06 Mar 2020 ; Modified on 13 Dec 2020 ; Translation: english
Dati aggiornati al 2020-12-13.
Questo articolo riporta l'andamento temporale dell'epidemia COVID-19 nel mondo secondo i dati diffusi dal European Centre for Disease Prevention and Control.
L'agenzia European Centre for Disease Prevention and Control (ECDC) pubblica giornalmente i dati della diffusione del COVID-19 nel mondo.
Nota. Non ho controllato per gli altri paesi, ma per l'Italia i dati della ECDC riportano quelli della Protezione Civile italiana, con un ritardo di 24 ore.
Qui di seguito riporto la grafica della serie storica dei dati cumulativi elaborati dalla pubblicazione della ECDC.
Si noti che questi sono dati complessivi, in quanto ECDC non pubblica il numero di guariti, ma, per ogni singolo giorno, solo il numero di nuovi casi e i decessi.
Di conseguenza, sommando giorno per giorno il numero di nuovi casi, è possibile ottenere solo il numero complessivo di persone colpite dal virus.
Dai dati di ECDC aggrego i numeri dei paesi che formano l'Unione Europea, dopo di che calcolo i 10 paesi che hanno il più altro numero di persone colpite. Qui di seguito indico l'andamento temporale dei totali giornalieri per questi dieci paesi, a partire dal 14 gennaio 2020.
Invece, il seguente grafico mostra l'andamento dei casi complessivi, partendo dal 20 Febbraio 2020, eliminando i dati dei due paesi più colpiti. In tal modo è possibile osservare meglio l'andamento in quest'ultimo periodo per i paesi dal terzo al decimo posto tra quelli più colpiti dal virus.
Infine, qui di seguito, la situazione per i 10 paesi membri dell'Unione Europea più colpiti. Anche in questo caso partendo dal 20 Febbraio 2020.
I dati da cui sono derivati i grafici sono consultabili a questo indirizzo.
Qui di seguito una sintesi della situazione per i venti paesi più colpiti alla data di aggiornamento di questo documento. Le colonne indicano:
Nella prima tabella i paesi dell'Unione Europea sono aggregati.
date | cases | death | death/cases | cases/population | death/population | country |
2020-12-13 | 16067031 | 297837 | 0.01854 | 0.04883 | 0.00091 | United States of America |
2020-12-13 | 13079616 | 308487 | 0.02359 | 0.02927 | 0.00069 | European Union |
2020-12-13 | 9857029 | 143019 | 0.01451 | 0.00721 | 0.00010 | India |
2020-12-13 | 6880127 | 181123 | 0.02633 | 0.03260 | 0.00086 | Brazil |
2020-12-13 | 2625848 | 46453 | 0.01769 | 0.01800 | 0.00032 | Russia |
2020-12-13 | 1830956 | 64026 | 0.03497 | 0.02747 | 0.00096 | United Kingdom |
2020-12-13 | 1494602 | 40668 | 0.02721 | 0.03338 | 0.00091 | Argentina |
2020-12-13 | 1417072 | 38866 | 0.02743 | 0.02815 | 0.00077 | Colombia |
2020-12-13 | 1241436 | 113704 | 0.09159 | 0.00973 | 0.00089 | Mexico |
2020-12-13 | 1100818 | 51949 | 0.04719 | 0.01328 | 0.00063 | Iran |
2020-12-13 | 983045 | 36609 | 0.03724 | 0.03024 | 0.00113 | Peru |
2020-12-13 | 966335 | 15977 | 0.01653 | 0.01178 | 0.00019 | Turkey |
2020-12-13 | 885039 | 14998 | 0.01695 | 0.02012 | 0.00034 | Ukraine |
2020-12-13 | 852965 | 23106 | 0.02709 | 0.01457 | 0.00039 | South Africa |
2020-12-13 | 611631 | 18653 | 0.03050 | 0.00226 | 0.00007 | Indonesia |
2020-12-13 | 573622 | 12565 | 0.02190 | 0.01459 | 0.00032 | Iraq |
2020-12-13 | 569781 | 15846 | 0.02781 | 0.03006 | 0.00084 | Chile |
2020-12-13 | 489178 | 7020 | 0.01435 | 0.00300 | 0.00004 | Bangladesh |
2020-12-13 | 454852 | 13350 | 0.02935 | 0.01216 | 0.00036 | Canada |
2020-12-13 | 448331 | 8730 | 0.01947 | 0.00415 | 0.00008 | Philippines |
Invece in questa tabella i paesi dell'Unione Europea sono disaggregati.
date | cases | death | death/cases | cases/population | death/population | country |
2020-12-13 | 16067031 | 297837 | 0.01854 | 0.04883 | 0.00091 | United States of America |
2020-12-13 | 9857029 | 143019 | 0.01451 | 0.00721 | 0.00010 | India |
2020-12-13 | 6880127 | 181123 | 0.02633 | 0.03260 | 0.00086 | Brazil |
2020-12-13 | 2625848 | 46453 | 0.01769 | 0.01800 | 0.00032 | Russia |
2020-12-13 | 2365319 | 57761 | 0.02442 | 0.03530 | 0.00086 | France |
2020-12-13 | 1830956 | 64026 | 0.03497 | 0.02747 | 0.00096 | United Kingdom |
2020-12-13 | 1825775 | 64036 | 0.03507 | 0.03025 | 0.00106 | Italy |
2020-12-12 | 1730575 | 47624 | 0.02752 | 0.03687 | 0.00101 | Spain |
2020-12-13 | 1494602 | 40668 | 0.02721 | 0.03338 | 0.00091 | Argentina |
2020-12-13 | 1417072 | 38866 | 0.02743 | 0.02815 | 0.00077 | Colombia |
2020-12-13 | 1320716 | 21787 | 0.01650 | 0.01591 | 0.00026 | Germany |
2020-12-13 | 1241436 | 113704 | 0.09159 | 0.00973 | 0.00089 | Mexico |
2020-12-13 | 1126700 | 22676 | 0.02013 | 0.02967 | 0.00060 | Poland |
2020-12-13 | 1100818 | 51949 | 0.04719 | 0.01328 | 0.00063 | Iran |
2020-12-13 | 983045 | 36609 | 0.03724 | 0.03024 | 0.00113 | Peru |
2020-12-13 | 966335 | 15977 | 0.01653 | 0.01178 | 0.00019 | Turkey |
2020-12-13 | 885039 | 14998 | 0.01695 | 0.02012 | 0.00034 | Ukraine |
2020-12-13 | 852965 | 23106 | 0.02709 | 0.01457 | 0.00039 | South Africa |
2020-12-13 | 611631 | 18653 | 0.03050 | 0.00226 | 0.00007 | Indonesia |
2020-12-13 | 603023 | 17792 | 0.02950 | 0.05264 | 0.00155 | Belgium |
Le osservazioni più recenti precedono quelle temporalmente più datate.
[23 Giugno 2020] Con sgomento e con dolore osservo gli andamenti di contagi negli Stati Uniti e in Brasile. Nei fatti questi paesi stanno applicando politiche di contenimento del contagio molto blande. E il risultato si osserva guardando come sale la relativa curva dei casi totali.
Ormai gli Stati Uniti hanno superato i due milioni e trecentomila casi totali, con oltre 120000 decessi. Mentre il Brasile in poco più di due mesi ha superato il milione di casi totali, con oltre 50000 decessi.
Riguardo il dolorosissimo aspetto dei decessi. Mentre posso pensare, fino ad un certo punto, che negli US il servizio sanitario possa essere più avanzato di quello dell'Unione Europea (che con meno casi totali: un milione e duecentomila, ha avuto più decessi: oltre centotrentamila), faccio fatica ad accettare la stessa considerazione per il sistema sanitario brasiliano. In questo caso temo che molti decessi avvengano al di fuori degli ospedali e/o che in ogni caso non vengano diagnosticati come dovuti all'infezione di COVID-19.
Dato l'attuale comportamento di questi paesi, che per diminuire gli impatti sull'economia non seguono politiche sanitarie di lockdown, temo che vedremo quale sarà l'efficacia del concetto di immunità di gregge. Spero solo che la medicina faccia rapidi progressi nel mettere a punto cure adeguate. Perché se l'immunità di gregge si raggiungerà con un 60% della popolazione infettata (questa era l'ipotesi ventilata in Gran Bretagna), considerando la popolazione di circa 330 milioni di persone in US, si raggiungeranno ben 198 milioni di casi totali prima che l'immunità di gregge sia efficace. E se la mortalità dovesse rimanere quella attuale (il 5.2% dei casi totali), gli US sperimenterebbero la spaventosa cifra di circa 10 milioni di decessi.
E in questo momento mi preoccupa anche la situazione dell'India, la cui curva dei casi totali ha assunto un andamento polinomiale con concavità verso l'alto. Segno che la politica di lockdown si sta dimostrando poco efficace. Anche in questo caso la percentuale di decessi attribuita al COVID-19 è molto inferiore a quella misurata in Unione Europea. E anche in questo caso non credo il servizio sanitario sia all'altezza di quello della UE. Inoltre qui stiamo parlando di un miliardo e trecento milioni di persone. L'impatto globale come perdita di vite umane sarebbe tremendo.
[23 Giugno 2020 - fine]
[15 Aprile 2020] Finalmente, in Europa si osserva che le curve dei casi totali della Spagna e dell'Italia cominciano ad appiattirsi. Ciò è indicativo del fatto che in queste due nazioni l'epidemia comincia a rallentare. Anche la Germania mostra lo stesso andamento, mentre sembrano esservi incertezze per l'efficacia delle misure di contenimento in Francia. Infatti in questo paese si era osservato un netto miglioramento qualche giorno fa; miglioramento ora vanificato da un deciso aumento della pendenza della relativa curva.
Complessivamente l'Unione Europea mostra un lieve rallentamento della diffusione del virus. Invece non vedo ancora chiari segni di rallentamento negli Stati Uniti.
Più che mai trovo schizofrenica la politica di Trump. Da un lato accusa OMS di non avere avvertito con efficacia dell'estensione dell'epidemia in arrivo, e gli revoca i fondi americani. Dall'altro preme per riprendere le attività lavorative, quando l'epidemia è ancora pienamente in corso. Che cosa ci avrebbe fatto con gli avvertimenti dell'OMS (che sono stati emessi a paccate), se comunque li ignora?
[15 Aprile 2020 - fine]
[31 Marzo 2020] Sbalorditiva la velocità con cui si è impennata la curva dei casi totali degli USA. Evidentemente la trascuratezza con cui gli USA (non) hanno affrontato il problema ha lasciato covare l'epidemia senza che ne venisse rilevata la presenza per un lungo periodo di tempo. Ora purtroppo ne pagano le conseguenze. Fortunatamente, almeno per ora, con un numero di decessi percentualmente basso.
Il numero totale dei casi della Francia ha superato quello dell'IRAN. Quest'ultimo sta vedendo un certo incremento dei contagi, anche se non al ritmo dei principali paesi europei: Italia, Spagna, Germania, e Francia.
Purtroppo tutti i rapporti decessi/casi totali, sono in peggioramento. L'Italia ha superato l'11%, la Spagna è oltre l'8%. Anche IRAN e Francia hanno superato il 6%. Solo la Germania continua ad avere una percentuale inferiore all'1%: spero riescano a mantenerla costante.
[31 Marzo 2020 - fine]
[26 Marzo 2020] Ho aggiunto una tabella riassuntiva dei dati relativi alla data di aggiornamento. In questa tabella ho inserito una colonna che riporta il rapporto tra decessi e numero totale di casi positivi.
I numeri di questa colonna sono contrastanti. A fronte di una mortalità del 9.8% dell'Italia, si osserva un 4% della Cina e un 1.4% degli USA. Per non parlare del 0.3% dell'Australia o della Germania o della Norvegia.
Questi divari sono eccessivi per sistemi sanitari che sono qualitativamente comparabili. Anche volendo mettere in conto per l'Italia un eccesso di popolazione in età avanzata. Sono convinto che siamo di fronte a diversi criteri di censimento dei dati. Sia per definire la positività alla malattia, che per la causa del decesso.
E sono convinto che la prima cosa da fare consiste nell'imporre un standard di comportamento tra tutte le nazioni, altrimenti il monitoraggio non ha senso. E quanto fatto in un paese, non è analizzabile e confrontabile con quanto fatto in un'altra nazione. Ad esempio, insisto, si osservi la curva dei casi totali dell'Iran; che per me è un grosso punto interrogativo.
[26 Marzo 2020 - fine]
[20 marzo 2020] Alla data di stesura di questo articolo osserviamo:
[20 marzo 2020 - fine]
Questa pandemia ha reso evidente più che mai il fatto che "tutto il mondo è paese". Un vecchio proverbio che voleva mettere in evidenza come certi comportamenti siano osservabili in tutte le persone. Ma che ora si può intendere alla lettera: i viaggi per piacere o per lavoro tessono una ragnatela che avvolge tutta l'umanità nel mondo.
A mio avviso non è un caso che in Italia la diffusione sia avvenuta proprio nelle regioni più attive industrialmente: Lombardia, Emilia Romagna e Veneto. Sono le regioni che hanno avuto più contatti con le industrie in Cina, dove è avvenuta la prima diffusione.
Attenzione, non sto dicendo che sia colpa della Cina, o che non si deve commerciare con essa. Sono convinto che una nuova epidemia si sarebbe potuta sviluppare in un qualunque altro paese nel mondo. E se questo paese fosse stato attivo industrialmente (esempi: Germania, Francia, USA, Brasile, UK, Italia, ...) sarebbe accaduto esattamente ciò che stiamo vivendo ora: dal paese in questione (la nazione zero :-) si sarebbe diffuso ad un suo partner industriale (la nazione uno ...) per poi diffondersi nel resto del mondo.
Quindi, che facciamo? Fermiamo i viaggi, e riportiamo il mondo ad un medioevo fatto di feudi i cui confini potevano essere attraversati solo per gravissimi motivi? (ricordate il film Non ci resta che piangere di Benigni e Troisi? Il gabelliere che chiedeva: "chi siete? cosa portate? quanti siete? un fiorino!").
Qualunque cosa dica Trump, io non credo sia una buona idea. Anche perché sono convinto che se in quel periodo carestia e malattie mietevano vittime, era proprio a causa della miseria di risorse fisiche e di conoscenza imposte da questa parcellizzazione che impediva aiuto e conoscenza reciproche.
In un corso di comunicazione che ho frequentato tempo fa, l'insegnante esordì dicendo: "Quando parlate con qualcuno ricordate a voi stessi: la sua differenza è la vostra ricchezza".
Questo concetto è cardine. Attraverso le differenze tra persone si scoprono nuovi modi di vedere le cose. E ogni volta si scopre qualcosa, gli orizzonti si allargano, migliorando noi stessi e chi ci circonda. Ampliando le nostre capacità e quelle del nostro vicino.
Quindi io penso: ben vengano i viaggi, un mondo sempre più connesso, scambi commerciali con tutti. Ma ... attrezziamoci!
Nel 2015 un persona, tal Bill Gates, in una sua esposizione a TED si disse convinto che il maggior rischio per l'umanità è la possibilità di una pandemia. In quell'occasione Bill Gates propose di organizzarsi con un modello sanitario in grado di reagire rapidamente in tutto il mondo per contrastare con efficacia una epidemia. E concluse il suo intervento dicendo: "se iniziamo (a prepararci) adesso, potremo essere pronti per la prossima epidemia".
Non ci siamo preparati. E ora ne paghiamo le conseguenze, in termini economici e, sopratutto, di vite perse.
Da tutto ciò, saremo in grado di imparare?
Per finire: come ne usciamo? Più che mai con uno sforzo comune. E necessario mettere a fattor comune le risorse dei diversi paesi per farle confluire dove servono maggiormente. Sento di persone che si alterano perchè pensano che tamponi prodotti in Italia non dovevano essere forniti agli USA. Ma noi italiani, a nostra volta, non ci siamo fatti scrupolo di acquistare i sistemi sanitari di ventilazione dalla Germania. Quindi? Insisto, non è chiudendoci nel nostro feudo che ne verremo fuori senza acciacchi. Bene l'Unione Europea se veramente organizzarà una riserva di materiali sanitari da impiegare nei paesi con maggiori necessità.