Created on 04 Nov 2018 ;    Modified on 18 Dec 2018 ;    Translationenglish

La recensione di Storia dei samurai

Ho letto il saggio Storia dei samurai di Francesco Dei. In questo articolo riporto le mie impressioni.

Riferimenti

Periodo di lettura: Agosto-Ottobre 2018; recensione: Novembre 2018

Autore: Francesco Dei
Titolo: Storia dei Samurai
Sottotitolo: cronache dal periodo degli stati combattenti
Editore: Odoya, 2018
Pagine: 368
ISBN: 978-88-6288-485-3

Contenuto

Si parte analizzando l'evoluzione storica e sociale che ha portato all'inizio del XVI secolo alla costituzione del feudalesimo giapponese.

In pratica il Giappone si ritrovò suddiviso in circa 250 signorie indipendenti, di cui una trentina con dimensioni e capacità belliche di rilievo. Mentre le autorità centrali, ovvero l'imperatore e lo shogun [1], non avevano possibilità di incidere direttamente negli avvenimenti in corso.

Dalla metà del XVI secolo, fino al 1615, queste signorie divennero entità politiche ed economiche indipendenti, sancendo la definitiva decadenza della figura dell'imperatore e della sua corte [2], e dando vita a un caleidoscopico intreccio di attività politiche e militari. Attività volte ad acquisire maggior potere da parte di una signoria, a spese dei propri vicini più deboli.

E' su questo periodo che si concentra l'attenzione del saggio, riproponendo i principali avvenimenti che vedono il succedersi di varie figure cardine della la storia medioevale giapponese.

Inizialmente Oda Nobunaga [3] domina la scena politica, prima riuscendo a minare il potere del clan rivale Imagawa, e proteggendo il traballante clan Tokugawa, rendendo il suo signore Tokugawa Ieyasu un proprio fedele alleato. Quindi opponendosi al potere di uno shogun ormai in declino.

In questo periodo assistiamo alla parabola di Takeda Shingen, veterano di piccole ma aspre battaglie per il rafforzamento della propria signoria. Per contrastare Oda Nabunaga, Shingen attacca con successo Tokugawa Ieyasu.

Shingen muore nel Maggio del 1573. Il figlio Katsuyori, bramoso di seguire le orme vittoriose del padre, si espone troppo con la sua attività militare aggressiva nei confronti di Tokugawa Ieyasu. Il 28 Giugno 1575 Takeda Katsuyori viene sconfitto da Tokugawa Ieyasu nella battaglia di Nagashino [4]. La disfatta ha tali proporzioni, che il clan Takeda non si riprenderà più. Pur continuando a difendere il proprio territorio, i Takeda non sono più in grado di contrastare l'espansione di Oda Nobunaga.

Ma al dominio di Nobunaga pone termine il tradimento di un suo vassallo: Akeki Mitsushide. Questi, il 21 Giugno 1582, sapendo che Nobunaga era a Kyōto, difeso solo da una piccola scorta, assale e distrugge con il suo contingente il tempio di Honno-ji in cui Nobunaga risiede temporaneamente.

Il tradimento di Mitsushide scatena l'ascesa al potere del principale comandante di Nobunaga: Toyotomi Hideyoshi. In meno di due settimane questo eccezionale generale si sganca dalla campagna che aveva in atto, quindi raggiunge e distrugge completamente le truppe di Mitsushide.

Dopo di che affronta gli altri consiglieri di Nobunaga, riuscendo per due anni a tenergli testa militarmente. Finché, nella primavera del 1584, entra in campo contro di lui Tokugawa Ieyasu.

Ieyasu ha passato questi due anni a tessere alleanze con i suoi vicini per rafforzare la propria posizione prima dello scontro contro il successore di Nobunaga.

Nel 1584 è ormai chiaro che Hideyoshi ha prevalso sui suoi antagonisti. A questo punto Ieyasu rompe gli indugi a avvia le attività militari contro di lui.

La campagna che ne segue si conclude dopo un anno con una situazione di stallo: Ieyasu ha vinto alcune battaglie, ma non ha distrutto la forza militare di Hideyoshi. Al contrario, questo è ancora saldamente al comando e ha una capacità bellica che Ieyasu decide di non continuare a sfidare.

Tra le parti si raggiunge così una tregua in armi. Tregua abilmente sfruttata da Hideyoshi per minare le alleanze di Ieyasu. Quest'ultimo, fedele al motto "se non puoi battere un nemico, alleati con lui", è costretto a riconoscere la sua predominanza.

Nei cinque anni successivi, Hideyoshi, ragionevolmente sicuro di non essere attaccato da Ieyasu, l'antagonista più temuto, si dedica ad una serie di campagne militari contro i clan che ancora possono aspirare a coltivare idee d'indipendenza.

Ma, molto intelligentemente, veicola queste campagne delegandole ai suoi alleati. In tal modo li tiene impegnati economicamente e militarmente. E, concedendo i dovuti premi quando le campagne si concludono vittoriosamente, ne rafforza i vincoli di lealtà.

Alla fine del 1590, Hideyoshi può dire di avere concluso quel percorso di unificazione del Giappone, intrapreso vent'anni prima da Nobunaga.

Due anni dopo, nel 1592, Hideyoshi dà il via alla prima campagna di conquista al di fuori del Giappone, invadendo la Corea.

Inizialmente vittoriose, le truppe Giapponesi dopo un anno di guerra sono contenute dai coreani, spalleggiati dall'impero cinese. Segue un lungo periodo di trattative, interrotte nuovamente dal rinfocolarsi della guerra nel 1597.

Ma nel Settembre 1598, mentre i samurai giapponesi travolgono le truppe cinesi e coreane, Hideyoshi muore di malattia.

Lascia come erede un giovanissimo figlio: Toyotomi Hideyori. E nelle sue ultime volontà nomina Tokugawa Ieyasu custode di Hideyori, unitamente a un consiglio di reggenza, composto da cinque consiglieri.

Come prevedibile, in pochi anni la situazione degenera portando alla guerra le fazioni pro e contro Tokugawa Ieyasu, considerato un usurpatore dai lealisti del consiglio di reggenza.

La campagna militare prende l'avvio nel 1600, per culminare il 21 Ottobre 1600 nella battaglia di Sekigahara.

In questa battaglia, segnata dall'introduzione di nuove tecnologie militari [5], e dall'accorto uso della strategia politica [6], Ieyasu ottiene una vittoria sofferta, ma schiacciante.

Negli anni successivi Ieyasu rafforza le proprie alleanze e chiede all'imperatore di riconoscere la sua discendenza dalla famiglia di shogun Minamoto [7].

Il 24 Marzo 1603 l'imperatore designa Tokugawa Ieyasu alla carica di shogun. E' l'inizio di un'era durata 250 anni, durante i quali lo shogunato dei Tokugawa tiene unito, ed isola dal resto del mondo, il Giappone.

Impressioni

Leggere questo saggio, per me è stata una impresa.

Infatti sono piuttosto imbranato nel ricordare le date e i nomi. Figuriamoci poi con che facilità riesco a ricordare i nomi giapponesi che si ricorrono incalzanti nella storia medioevale oggetto di questo saggio.

Devo rendere onore all'autore, che ha saputo inquadrare questa complicata materia mettendola, abbastanza linearmente, su carta.

Certo, qua e là ogni tanto la situazione si ingarbuglia. Ma, obiettivamente, in mezzo a questo incrociarsi di alleanze, matrimoni combinati, battaglie, tradimenti che si susseguono incessanti a distanza di pochi anni o, addirittura, di mesi, sfido il lettore a fare di meglio!

Devo confessare che, quando ho visto in libreria questo saggio, ciò che mi ha spinto all'acquisto è stata la curiosità di incrociare i fatti raccontati nello scenario in un paio di romanzi storici che ho letto [8], rispetto quanto è accaduto realmente.

L'ambientazione dei romanzi predetti è risultata accurata. Ma ciò che mi ha colpito maggiormente è stata la velocità con cui si sono svolti i fatti storici. In meno di cinquant'anni il Giappone è passato da una pletora di statarelli feudali, ad uno stato fortemente controllato da una carica centrale, lo shogunato.

Carica centrale che per oltre due secoli ha poi dettato le linee guida per l'intera nazione.

Mi è sembrato di rivivere, amplificato e con le dovute differenze, il Risorgimento italiano!

Tornando al saggio. La prosa è semplice e lineare, aiutando in tal modo a seguire una situazione oggettivamente complessa.

Inoltre sono semplici, ma non semplicistiche, le analisi storiche introduttiva e conclusiva del saggio. Analisi che esaminano succintamente i periodi storici antecedente e successivo al cinquantennio oggetto della dissertazione principale.

Complessivamente, un saggio che può essere interessante per chi nutre curiosità riguardo la storia del Giappone.

Se dovessi suggerire all'autore delle modifiche, proporrei:

  • di cercare di introdurre dei quadri di sintesi dei diversi periodi; quadri di sintesi che dovrebbero aiutare il lettore a creare una astrazione in cui successivamente inquadrare il dettaglio degli avvenimenti storici;
  • se possibile [9], migliorare la parte iconografica.

[1]Lo shogun era un dittatore militare. Originariamente, nel 1192, delegato dall'imperatore al governo del paese. Nel tempo la carica era divenuta ereditaria, relegando l'imperatore al ruolo di figura religiosa, ma senza alcun potere effettivo.
[2]Decadenza dovuta al fatto che l'economia dell'imperatore e dell'aristocrazia di corte era basata sulle entrate economiche provenienti dalla provincia. Entrate che ora venivano meno in quanto i daimyō, ovvero i signori locali, riservavano a se stessi le risorse economiche, per finanziare le proprie attività politiche e militari.
[3]Attenzione al fatto che in giapponese è usuale riportare il cognome prima del nome. Quindi di solito la prima parola è quella che identifica il clan, ovvero la famiglia, di appartenenza.
[4]Nagashino è ritenuta una pietra miliare nella storia delle tattiche militari dei samurai. Infatti per la prima volta delle truppe appiedate (quelle di Ieyasu), grazie all'uso delle armi da fuoco, riuscirono a resistere alle cariche di cavalleria pesante di Katsuyori.
[5]Per la prima volta si usa massicciamente l'artiglieria da campagna.
[6]Ben 20.000 samurai lealisti, nel corso della battaglia, cambiarono bandiera, schierandosi con l'usurpatore Tokugawa.
[7]Ricordiamo che la carica di shogun è ereditaria. Essere riconosciuti discendenti di una famiglia di shogun permette di aspirare alla carica medesima!
[8]James Clavell - Shogun - Bompiani, 2009. Takashi Matsuoka - Nube di Passeri - Sperling & Kupfer, 2002.
[9]Se possibile, perché mi rendo conto che deve trattarsi di un costo notevole, che si rifletterebbe sul prezzo di vendita del saggio. Questa versione cartacea, con iconografia in scala di grigi, attualmente ha un costo di circa 19€. Suggerimento: pubblicare una versione con iconografia a colori ma in formato elettronico per mantenere invariato il prezzo di vendita?